Che cos'è l'approccio relazionale

Si tratta di un approccio complesso alla psicologia e psicopatologia che cercherò di riassumere nel modo più semplice possibile, nell’intento di fornire qualche chiarimento a chi legge affinché possa orientarsi tra le diverse forme di consulenza e psicoterapia. Il focus è sul mio modello di appartenenza ovvero lo Strutturale-Esperienziale (Minuchin, Whitaker) integrato. Invito chi fosse interessato ad ulteriori approfondimenti a consultare sitografia e bibliografia in fondo alla pagina.

Il sintomo dell’individuo ha profondi significati relazionali

Ciascuno di noi è immerso in una rete significativa di relazioni, che sono lo scenario comunicativo del sintomo, il quale può acquisire pienezza di significato solo se osservato entro questa cornice.

L’approccio sistemico relazionale rivolge l’attenzione alla rete di relazioni significative di cui una persona è parte, partendo dall’idea che se vi è un sintomo questo non sia casuale ma derivi da rapporti che questa ha con il suo sistema: la coppia e la famiglia come primi sistemi, poi il gruppo di amici, la scuola, l’ambiente lavorativo e così via.

L’attenzione è rivolta anche alle rappresentazioni interne di ciascun individuo (l’idea che ha di se stesso, degli altri e del mondo) che spesso ne condizionano il benessere,  alla storia trigenerazionale della famiglia (Boszormeny-Nagy, Bowen, Andolfi), alla relazione terapeutica intesa come “luogo” nel quale è possibile apprendere dall’esperienza ed imparare a trasformare il dolore e la sofferenza in significato–progetto–azione (Bateson, Bion, A.M. Niccolò).

E così si amplia il campo visivo dell’osservatore: uno sguardo esperto capace di soffermarsi sui singoli individui e di estendersi alle relazioni significative, abile a connettere il presente con il passato alla ricerca di risorse da spendere nel futuro (Vittorio Cigoli)

Sono possibili diversi livelli di intervento. La consulenza psicologica iniziale prevede un numero limitato di incontri e ha lo scopo di inquadrare i bisogni della persona che si rivolge allo Psicologo e condividere un eventuale obiettivo di lavoro da perseguire, indicandone tempi e modalità. In accordo e collaborazione con la persona, ove necessario o utile, la consulenza può evolvere in un percorso di sostegno psicologicocounselling o psicoterapia.

Il percorso psicoterapeutico è volto alla ricerca degli stili relazionali familiari che concorrono a sviluppare e mantenere la sofferenza individuale, stimolando le risorse di ciascun membro e rafforzando il funzionamento sia individuale che familiare.

La psicoterapia prevede percorsi che possono essere di tipo individuale, familiare o di coppia.

In tutti i casi sarà il professionista, nel dialogo con il paziente e all’interno di un’accurata riflessione diagnostica, a proporre il percorso adeguato in base agli obiettivi di lavoro: la persona e il suo mondo interiore, la coppia coniugale o genitoriale, la famiglia, il gruppo. 

Non sempre i rapporti in famiglia sono distesi; per tutti quelli che leggendo stanno pensando che non vorrebbero i famigliari con sé in seduta per niente al mondo, cito Bowen, una pietra miliare della terapia familiare:

colui che pretende di differenziarsi dalla sua famiglia con la distanza fisica o emozionale, non fa che portarsi appresso questa indifferenziazione, che inevitabilmente si ripeterà nelle relazioni significative che instaurerà nel tempo. (Murray Bowen)

Anche se si esce di casa sbattendo la porta o saltando dalla finestra, bisogna sempre tornare indietro a prendere le proprie valigie. (Murray Bowen)

Quali persone può aiutare la Psicoterapia Sistemico-Relazionale?

Sebbene il percorso psicoterapeutico non sia specificatamente rivolto al trattamento di un sintomo specifico, ne comporta un miglioramento e, in più situazioni, porta ad un incremento generale della qualità della vita.

L’approccio sistemico-relazionale può rivelarsi utile:

  • per le persone che ritengono di avere delle difficoltà in specifici rapporti (di coppia, genitoriale, lavorativo, etc);
  • al presentarsi di problematiche evolutive da parte dei bambini e/o degli adolescenti.
  • è fondamentale nei casi di disturbi alimentari, tossicodipendenza, disturbi di personalità borderline e psicosi;
  • per le persone che si trovano in difficoltà in un momento significativo del ciclo vitale (formazione della coppia, uscita di casa, nascita di un figlio, crescita e uscita di casa dei figli, lutto, separazione, invecchiamento, etc).

Un approccio di tipo sistemico è indicato anche per individui e famiglie che, in assenza di patologie sintomatiche, necessitano di sostegno ed aiuto ai fini del raggiungimento di determinati obiettivi.

… non correggiamo difetti, non “riadattiamo” le persone, cerchiamo invece insieme alla persona e ai familiari un senso plausibile del vivere la vita (…). Se c’e’ qualcosa da riparare (mettere al riparo, proteggere, non “aggiustare”) questo e’ il sentimento del valore di ciascuna persona, della fiducia nella relazione, della speranza che sa gettarsi anche al di la’ del limite rappresentato dai dolori e dalle angosce che la vita propone. (Vittorio Cigoli)

Sitografia e Bibliografia

https://www.youtube.com/watch?v=AsgvugmmKqA

La Terapia Familiare Sistemica Indicazioni, controindicazioni, formazione – Rodolfo de Bernart

https://www.youtube.com/watch?v=ZKIMdWmecic

L’imbuto rovesciato: l’osservazione in ottica sistemico-relazionale (seminario con R. de Bernart)

www.itfb.it

http://www.centromoses.it/faq/cose-la-psicoterapia-sistemico-relazionale.html

http://www.stateofmind.it/2014/06/psicoterapia-terapia-familiare-intervista-alfredo-canevaro/

Katia Giacometti e Dino Mazzei, Il terapeuta sistemico-relazionale – Prefazione di Vittorio Cigoli

Vittorio Cigoli, Il familiare